L’origine del nome Samoiedo deriva dai Samoiedi, una popolazione seminomade dell’Asia emigrata in Siberia mille anni fa. Allevavano cani per i lavori pesanti nelle aree abitate più fredde del pianeta.

Nella città siberiana di Oymyacon, per esempio, sono comuni temperature di 60° sotto lo zero. I Samoiedi vivevano in tende e per scaldarsi dormivano con i loro cani. Questo genere di cooperazione umano-canina per la sopravvivenza reciproca forgiò uno stretto legame tra i cani Samoiedo e i loro proprietari. Quando non trasportavano sulle slitte carichi pesanti attraverso le vaste pianure siberiane, i Samoiedo si guadagnavano da vivere come cani da guardia o da caccia.

I Samoiedi dipendevano dalle renne come fonte vitale di cibo, pelliccia e pelli. Inizialmente, usarono i cani Samoiedo per cacciare le renne ma poi, con il passare del tempo, la cultura Samoiedo passò dalla caccia all’allevamento. Gli audaci cani da caccia e da slitta acquisirono così il nuovo ruolo di cani da pastore.

Alla fine del 18° secolo, gli esploratori artici fecero conoscere il Samoiedo agli Inglesi dai gusti raffinati e appassionati di cani.
In America, un candido cane di nome Moustan of Argentau passò alla storia nel 1906 come capostipite della razza che sarà poi conosciuta come Samoiedo.

I guidatori di slitte del 20° secolo conoscevano i Samoiedo come entusiastici cani da slitta, capaci di trasportare carichi anche il doppio del loro peso. Scott, Shakleton e Amundsen sono solo alcuni degli esploratori più famosi del secolo che attraversarono vaste distese solitarie e ghiacciate a bordo di slitte trainate da cani Samoiedo.

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